Ieri sera sono stata a Upianita, una piccola località a circa una trentina di km fuori Santiago, sulla via del Camino Real. Il Camino Real è stato per secoli l’unica via che collegava Buenos Aires direttamente a Potosì (Bolivia), poi con la costruzione della Ruta Nacional 9 questa via è stata abbandonata, lasciando cadere in letargo permanente tutti i villaggi adiacenti, che solo negli ultimi anni stanno cercando di “risvegliarsi”.
Upianita è uno di questi, c’è un parco, con il suo classico patio di terra, tanti tavolini ricavati da vecchi alberi, e una serie di forni d’argilla (i famosi horno de barro) dove delle famiglie tutti i sabati sera cucinano empanandas, tamales, e un sacco di altre leccornie…poi chiaramente si balla!
E’ questo lo svago del sabato sera di molte famiglie, mangiare in compagnia e ballare a piedi scalzi sotto agli alberi, Santiago sembra distantissima, non in quanto ai kilometri ma per l’approccio della gente..Un po’ curiosi al vedere una macchina fotografica che si aggira tra i loro forni, e i miei lineamenti decisamente troppo europei per passare inosservata.. Tuttavia quando mi presento spalancano gli occhi e sfoderano un sorriso fatto spesso di pochi denti, poi iniziano a raccontare cosa stanno facendo, da quanto c’è quel patio, da dove vengono..una particolare ricetta per il ripieno delle empanadas, questa volta fritta, dicono che sia carne di un animaletto di campagna..non sento altro, forse non voglio capire altro…ma ad una cosa offerta non si dice di no e ammetto che forse è stata una delle più buone mai assaggiate.
Uno spazio frequentato totalmente da famiglie, quindi molto tradizionale, poca “onda santiagueña” ovvero un ballo non appariscente ma fatto piuttosto di una mirada costante e tanti abbracci finali. Ci sono molte coppie anziane che ballano, e si ballano tutto, chacarera, gato, escondido, jota, bailecito…ed un’altra danza che non avevo mai visto, bellissima, giocosa, fatta di mirade, rallentamenti, accelerazioni, si chiama Huayra Muyoj. Hanno energia da vendere e quando tornano ai loro posti tutti sudati mi guardano con aria gioiosa e soddisfatta.
Poter essere stata lì è stato come poter aprire per un attimo un finestra per sbirciare un po’ di vita privata delle persone, e loro attraverso quella finestra mi hanno regalato sorrisi indimenticabili ed una grande sensazione di serenità.