Salta è tra le città più visitate dell’Argentina, navigando in rete troverete di tutto su questo luogo, tuttavia confesso che non tutte le proposte mi trovano d’accordo. Non mi è mai piaciuto il turismo “mordi e fuggi” o piuttosto “scattafoto e fuggi” perciò quello che vi racconto qui è per chi ha voglia di “vivere” il luogo che visita.
Salta è una bellissima città, con ragione la chiamano anche “La Linda”, però come in tutte le città aperte al turismo, e porta per il territorio andino argentino, bisogna sapersi destreggiare.
La città
Salta conserva in ottimo stato un sacco di edifici coloniali, il mio consiglio è di percorrerla a piedi in lungo e in largo e con il naso all’insù, si scoprono degli scorci davvero interessanti. Setacciate le viuzze intorno alla plaza 9 de Julio e percorrete a piedi quelle dieci cuadre che dalla peatonal Florida vi portano in fondo alla calle Balcarce. Il centro è piccolino, un po’ trafficato, attenzione perché le auto non hanno pietà per i pedoni e gli autobus sfrecciano così adiacenti al marciapiedi che si rischia di essere portati via appesi al loro specchietto retrovisore.
Se vi piacciono i musei qui ne avete per tutti i gusti e inseriti in altrettanto meravigliosi contesti architettonici.
Il teleferico che porta al cerro San Bernardo è una bella occasione per vedere la città dall’alto, sulla cima a parte scattare fotografie non c’è molto altro, però se la giornata è bella e magari con la luce del tramonto, si gode di una splendida vista sulla città e le prime alture della cordigliera delle Ande.
Escursioni
I vari uffici turistici propongono qualsiasi tipo di escursione da Salta, come già detto un turismo mordi e fuggi fermandosi 30 minuti in ogni centro e macinando km dalla mattina presto in autobus, non rientra nei miei piani.
Da Salta vale la pena fare l’escursione che ti porta nella valle Calchaquì se proprio non avete tempo per fermarvi lì un notte, per quanto riguarda invece l’escursione alla Salinas Grande, a Humahuaca, al Tren a las Nubes vi consiglio vivamente di considerare di fermarvi un paio di notti in uno dei tranquilli paeselli della Quebrada. Da lì tutto sarà più comodo e avrete tempo di respirare con tranquillità ad ogni fermata.
Non dimenticate che Salta è situata a poco più di 1100 mt sul livello del mare, per arrivare alle saline si raggiunge quota 4100 mt, con tutti i fastidi che può avere il nostro corpo non abituato all’altezza. Masticate delle foglie di coca per ridurre “l’apunamento” come lo chiamano loro, oppure anche il the de coca aiuta (attenzione però aiuta anche ad andare in bagno!).
C’è chi in tre giorni vuole vedere trenta cose, chi invece come me che in tre giorni ne vede tre, forse anche due; se siete di questa opinione seguite il mio consiglio e passate un paio di notti nella Quebrada de Humahuaca, non ve ne pentirete!
Ovviamente a questo punto mi chiederete: “Sì, ma dove?” Ci sono tre località principali, alternate da piccoli paeselli, Purmamarca negli ultimi anni è diventata un po’ di moda, qui troverete anche i boutique hotel e una cittadina molto ordinata; Tilcara è la località giovane e un po’ trasandata ma vicina a dei siti molto interessanti da visitare a piedi, come il Pucarà e la Garganta del Diablo; Humahuaca è la più a nord, una via di mezzo tra le due, sonnolenta, accogliente, senza troppe pretese. Scegliete voi, io le ho amate tutte e tre!
Tra le varie agenzie che organizzano escursioni segnalo Turismo Responsable.
Entrando nel sito ufficiale del turismo di Salta trovate infinite opzioni anche per vivere giornate in campagna, cavalcate, rafting, a voi la scoperta e la valutazione, io non le ho provate.
Cibo e locali a Salta
Intorno alla plaza 9 de Julio si susseguono bar e ristoranti, come anche lungo la super turistica calle Balcarce tra Entre Rios e Necochea.
Io vi segnalo quelli che per me vale la pena…e modestamente anche alcune cosette che non troverete nella Lonly Planet ;-)!
In centro ho pranzato benissimo e a prezzi onesti (attenzione non tra i più economici) alla parrilla “La Charrua Caseros”, la carne buonissima, gustosa e tenera, porzione abbondante e con miniparrilla, così tutto restava ben caldo mentre io mangiavo con i mei tempi lenti. Il personale è molto cortese e offre pure il lemoncello alla fine. Vi sconsiglierei invece il ristorante “La Posada de Caseros” che è 100 metri prima, decisamente troppo costoso per il piatti che offre.
Ci sono però due posticini non così turistici e ben “rustici” come piace a me in cui vi invito ad andare.
Il primo è “El Patio de las Empanadas“, tra av. San Martin ed Esteco. E’ un posto molto “locale” tanta scelta di empanadas fritte o al forno davvero squisite servite con una salsina piccante. Se invece avete voglia di un piatto vero e proprio vi invito ad attraversare la strada, giusto all’inizio del paseo de lo Poetas (che purtroppo è tenuto molto male), ci sono vari ristorantini che non hanno nulla di turistico, sono frequentati dai locali, sono semplici e senza pretese ma l’ambiente è bello, le porzioni singole sono quasi per due persone e i prezzi sono dimezzati rispetto al centro città.
Vi voglio segnalare anche il “Cafè Del Convento” (all’angolo tra calle Juramento e calle Caseros) un bellissimo bar pasticceria per spuntini veloci, giusto davanti al convento di San Bernardo, è centrico ma fuori dalla pazza folla e le torte sono strepitose!
Se invece avete voglia di un ottimo thè percorrete 50 metri dal Cafè del Convento lungo calle Juramento, lì c’è “Benares- leyendas de tè en yerbas”; è un locale piccolissimo, arredato con molto gusto e la titolare mi ricorda Juliette Binoche nel film “Chocolat” solo che la sua passione è il the e la cucina organica naturale. Fatevi consigliare da lei il vostro thè perfetto e lasciatevi deliziare con le sue gallette e la sua marmellata di pesca, ovviamente tutto fatto in casa e di sabato, quando il locale resta chiuso.
Capitolo a parte: le peñas.
A Salta le peñas non sono per ballare ma per ascoltare musica dal vivo, in quelle più turistiche si vede anche lo show folklorico. In calle Balcarce ce ne sono per tutti i gusti, personalmente (ma io sono troppo purista del folklore) le ho viste tutte troppo votate al business turistico. In questa zona vi segnalo il Cafè del Tiempo, che anche tra le persone del posto è riconosciuto per chiamare bravi musicisti. Altrimenti una peña fuori da questo circuito è “La Casona del Molino“, è davvero una “casona”, perché l’ambiente è molto grande, però diviso in piccole stanzette con dei tavolini, ed in ogni stanzetta ad un certo punto arriva un musicista che canta e allieta la serata, a un certo punto, se c’è la gente giusta, si può ricostruire quasi il clima della “guitarreada entre amigos”. La cosa bella è che se si cambia stanza cambia anche il genere di musica. Fate in modo di passare una serata in questo posto!
Volete ballare? Cercate una carpa santeña!
Sembra che a Salta siano gli unici posti in cui si balla folklore. Si trovano fuori città, sono molto tradizionali e vi invito a fare di tutto per andarci perché ne vale davvero la pena! Purtroppo non sono sempre aperte, quella a cui sono stata io si chiama “El Rancho del Torito”. Se volte avere informazioni circa questi luoghi, l’unica possibilità è quella di chiedere ai “gauchos” che fanno lo spettacolo nelle peñas, sono quasi tutti studenti di folklore e sapranno sicuramente indirizzarvi.
Compere
I negozi per souvenir nel centro si susseguono uno dietro l’altro, attenzione però, il fatto che un articolo sia venduto in un negozio, non lo rende più “vero” di quello comprato al mercato di strada, non comprate a primo acchito. Io porto la mia esperienza: cercavo una ruana, ovvero il poncho in versione femminile che è aperto davanti. Nei negozi del centro lo stesso filato che trovavo al mercato aveva oltre 300 pesos di differenza!
Sono stata al mercato artigianale, in fondo ad avenida San Martin, lì si trovano delle cose molto particolari, curate, ma decisamente troppo costose. Continuando la ricerca della mia ruana l’ho trovata nel mercatino di strada, proprio davanti all’edificio del costoso mercato artigianale, in caldissima lana de guanaco.