Il 24 aprile è stato dichiarato dal Governo di Santiago del Estero come il “Dia Provincial de la Cultura Quichua”, questa data è stata scelta per ricordare il giorno della morte di Don Sixto Palavecino.
Don Sixto, fondatore del Alero Quichua Santiagueño, è stato uno dei principali sostenitori della lingua Quichua, arrivando fino a tradurre il Martin Fierro e facendo pressione affinché questa lingua dei popoli originari delle terre di Santiago del Estero sia insegnata nelle scuole.
Il 21 aprile 2018 mi trovavo a Santiago del Estero e sono stata invitata ad un Tinkunaku (in lingua Quichua “incontro”) sulla “Sabiduria Indigena y Folklore”.
Non sapevo bene a cosa andassi incontro, la macchina che mi portava nel luogo avrà fatto almeno due ore di strada “monte adentro” finché arrivammo al Puente de la Dormida, una località tra Loreto e Brea Pozo, dove il Rio Dulce era particolarmente pittoresco. C’era un campo di terra polverosa e sotto ai grandi alberi delle persone stavano preparando l’incontro.
Ho presto scoperto che quello era il Tinkunaku del Consiglio Tonokote Llutki, ovvero la tribù che in passato e in parte ancora adesso, detiene le terre considerate sacre per i nativi.
Ho potuto conoscere la Tinkina, ovvero la “capotribù” poi è iniziata la cerimonia spirituale d’apertura.
Durante l’incontro durato tutto il pomeriggio ho conosciuto e ascoltato i rappresentanti della comunità quichua locale in cui si è parlato di “leggende da riscrivere”, racconti per bloccare gli espropri di luoghi sacri per i nativi, cure naturali, percorsi spirituali. Si è trattato di un incontro vero e proprio della comunità, in cui alla fine anche io ho firmato il registro delle presenze e l’incontro sarà messo agli atti per testimoniare che la comunità quichua di Brea Pozo continua ad essere viva e in attività.
L’incontro si è concluso al tramonto, dalle rive del Rio Dulce i pescatori ci avevano portato dei grandi “Dorados” da cucinare sul fuoco e la serata si è conclusa con i balli intorno al fuoco.