Chango Spasiuk, prima e unica data italiana, “Son brujos estos musicos!”

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Prima e unica data italiana di Chango Spasiuk

2022, le ho tentate tutti per procurare qualche data italiana al Chango Spasiuk, ma questa volta non è andata. Tuttavia non tutto il male vien per nuocere, infatti la sua data libra del mercoledi 26 è stata coperta dallo Steinegg Festival, un simpatico festival giunto alla 22ma edizione nato a Collepietra (Bolzano) dalla passione dei numerosi musicisti che lo popolano. Mai avrei pensato di vedere per la prima volta live Chango Spasiuk in uno sperduto paesino del Sudtirol. La sua unica data italiana!

Chango Spasiuk è un nome importantissimo in Argentina, come il musicista che ha fatto uscire dai confini la cosiddetta musica del Litoral e l’ha contagiata di jazz e di rock ma senza mai perdere le radici della sua terra, Chango Spasiuk infatti è nato nel piccolo paese di Apostoles, Misiones. In realtà il mio primo incontro virtuale con Chango Spasiuk è stato nel 2020, nell’ambito del mio progetto “Elisa invita,..” e a questo link potrete proprio trovare la sua intervista in doppia lingua italiano-spagnolo.

Chango Spasiuk tour

Collepietra, lo Steinegg Live

Arriviamo a Collepietra da Bolzano, attraverso un stradina piena di tornanti, era già molto buio e per mezz’ora si strada non si vide anima viva, solo bosco (probabilmente) e la strada che saliva sempre più in alto, ma ecco che ad un certo punto sia apre un paesello. Non si vede molto ma si percepisce che sia una dei classici paesi del Sudtirol, con tutto in ordine e incastrato in un panorama montano bellissimo, purtroppo per noi troppo buio. Proprio in questo paesino fanno da ventidue anni lo Steinegg Live Festival, infatti sembra che il paesino sia abitato da un alto tasso di musicisti che con passione e tante ore di volontariato hanno iniziato a organizzare questo festival che in passato ha portato nomi del calibro di Gianna Nannini, Edoardo Bennato, Angelo Branduardi.

Siamo i primi ad arrivare al piccolo teatro di Collepietra, ci accomodiamo, e poi piano piano iniziano ad arrivare persone di ogni età e l’unica lingua che si sentiva parlare era il tedesco. Un buon pinot nero del posto ci fa ingannare l’attesa fin tanto che il piccolo teatro si riempie e finalmente presentano Chango Spasiuk e il suo ensamble.

 

Chango Spasiuk ensamble

Chango Spasiuk si presenta con lo zoccolo duro dei sui fidati musicisti: Marcos Villalba al cajon peruano e percussioni, Pablo Farhat al violino, Adolfo Arrol a chitarra e voce. Il concerto inizia un pò timido, un pò per scaldare la voce, le dita e soprattutto gli animi di questo pubblico infreddolito dai primi freddi, ma ben presto quando Chango Spasiuk prende la parola tutti si rilassano, forse meno che la sottoscritta, presa come volontaria per tradurre al pubblico le parole di Chango.

 

L’energia si alza, l’emozione pure e poi…

C’è stato un momento nella seconda parte del concerto davvero molto intenso, il ritmo della musica era diventato sostenuto, il percussionistaElisa e Chango Spasiuk era scatenato e il violino di Pablo Farhat era dolce e vivace, Chango Spasiuk incita i suoi musicisti, lanciò uno sguardo e poi chiuse gli occhi, chiudono gli occhi tutti, ed è iniziato un momento di pura magia, era improvvisazione, era puro talento, fatto sta che in un momento, ricordo che il violinsta stava pizzicando le corte con un gesto della mano che sembrava una danza, lo stesso Chango Spasiuk in estasi si faceva suonare dalla fisarmonica, il percussionista era in loop..ecco in quel momento credo di aver visto la connessione con il divino, con lo spirituale, con la musica come qualcosa che collega direttamente all’universo, in quel momento si era aperto un canale e la magia stava scendendo attraverso i musicisti, e su di noi!

Ho pensato a quella leggenda, che si narra a Salavina. El Chucaro, Don Atahualpa Yupanqui e Eduardo Falù suonavano ad una festa “nel campo santiagueño”  e ad un certo punto la gente inizia ad andare via..Si mormorava infatti che stessero suonando così bene che il pubblico pensò fossero posseduti dalla Salamanca ed esclamarono “Son brujos estos musicos”.

La sensazione è stata proprio questa, musicisti “toccati da Dio” e la grande fortuna di essere li, a partecipare a questa magia!

 

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9 Settembre , 2017
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